Pagine d'arte si sfogliano sul filo della relazione infinita
fra arte e natura, si leggono sul filo dell'orizzonte che separa
dalla terra il cielo. Fra la terra e il cielo si disegna lo spazio
di arte & natura, si designa l'immagine di un'alleanza senza tempo.
Nel suo 'doppio canto', François Cheng dà voce e poesia,
segni d'arte e di vita, vede onde di pietra, cerca radici
alle nuvole ... scrive 'prose nel vento'.
Un soffio vitale abita il silenzio dell'immagine che si dispone
'nel pieno e nel vuoto', vibrante fra luci ed ombre.
Scrive il poeta che "fra slancio verso la cima e ritorno verso l'abisso"
si compie il dialogo fra gli elementi della natura dipinta:
la roccia, l'albero, l'acqua, e la nuvola, che suscita per eccellenza
il motivo in trasformazione.
Così come cambia la visione della natura allo sguardo sensibile
della pittura: a più riprese, l'emozione della scoperta rivela
la minaccia della ferita, perché l'uomo ha offeso il corpo
della natura che dice di amare, mentre l'arte prova a restituire
al nostro sguardo 'l'armonia perduta'.
La natura è ferita a morte, il paesaggio lacerato per sempre?
Non credo. Grazie alla presenza di artisti che hanno dipinto
la relazione infinita di arte e natura. Qui ad esempio, fra queste
pagine d'arte, si ascolta la voce della poesia, si legge il suo disegno:
c'è rispetto e amore per il motivo. L'incanto si ricompone,
per una semplice ragione del cuore.
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